Analisi concentrazione gas radon nelle strutture
Come mai è fondamentale effettuare le analisi di concentrazione del gas radon negli ambienti chiusi? Il Radon è un gas naturale radioattivo molto pericoloso per la salute umana che rappresenta la seconda causa di cancro al polmone dopo il fumo di sigaretta. Si origina nel sottosuolo grazie ad una serie di decadimenti nucleari a carico di elementi chimici presenti nelle rocce terrestri e riesce a risalire in superficie arrivando al livello del suolo ed entrando negli edifici dove, accumulandosi, può diventare estremamente pericoloso per la salute umana.
Se grazie alla diluizione in aria questo gas non è particolarmente pericoloso negli ambienti esterni, diventa preoccupante la sua presenza e permanenza negli ambienti interni dove può raggiungere livelli di concentrazione particolarmente alti.
Riguardo alle radiazioni ionizzanti, quindi anche al gas radioattivo Radon, il D.lgs. 81/2008 rimanda a normative specifiche che, fino a poco tempo fa, erano rappresentate dal D.lgs. 230/95 modificato successivamente dal D.lgs. 241/2000. Tuttavia il D.lgs. 241/2000 è stato abrogato e sostituito più recentemente dal D.lgs. 31 luglio 2020 n. 101 che recepisce nel nostro ordinamento la direttiva europea 2013/59/Euratom.
Cosa indica la nuova normativa in materia di radon?
Con il D.lgs. 101/2020, che riorganizza e armonizza la disciplina sulla radioprotezione, si integra in un’unica normativa sia il tema della protezione dei lavoratori in ambito professionale e sia quello della protezione della popolazione nelle abitazioni civili.
In particolare l’art. 12 del D.lgs. 101/2020 fissa i livelli di riferimento della concentrazione media annua di attività di radon in aria sia per i luoghi di lavoro sia per le abitazioni.
Quali sono gli obblighi del datore di lavoro per l'esposizione al radon?
Il D.lgs. 101/2020 stabilisce che, entro dodici mesi dalla sua entrata in vigore, l’Italia deve adottare un nuovo piano nazionale d’azione per il radon sulla base del quale le regioni dovranno individuare le aree prioritarie per la riduzione dei livelli di concentrazione di gas radon in aria.
Il datore di lavoro, in particolare, deve provvedere alla valutazione dell’esposizione al rischio radon qualora vi sia la presenza di:
- luoghi di lavoro sotterranei;
- luoghi di lavoro in locali semi sotterranei o situati al piano terra, localizzati in aree considerate prioritarie stabilite a livello regionale;
- specifiche tipologie di luoghi di lavoro identificate nel Piano nazionale d’azione radon;
- stabilimenti termali.
La valutazione deve tener conto delle caratteristiche degli ambienti di lavoro e del tempo di permanenza medio di eventuali lavoratori. Individuati i luoghi, l’attività di analisi parte dalla preparazione di un programma di campionamento, con durata almeno annuale, che permetta di misurare i livelli di concentrazione di radon.